google-site-verification: googlefdee6a8ea0eb17a5.html

lunedì 9 novembre 2009

Bimba contesa, la madre verso il processo

Bimba contesa, la madre verso il processo
C’è l’avviso di chiusura delle indagini. Lovari: «Ci voleva l’arresto internazionale»

di FEDERICO D’ASCOLI

LA VICENDA della piccola Maria Lovari, la bambina contesa tra i genitori, adesso ha anche un risvolto penale. Nei giorni scorsi dalla Procura di Arezzo è partito l’avviso di conclusione delle indagini. Segno che il pubblico ministero aretino intende esercitare l’azione penale nei confronti della madre lituana della bambina. Il reato ipotizzato per l’ex convivente di Leonardo Lovari è quello di sottrazione internazionale di minore sulla base all’articolo 574 del codice penale. Adesso il documento dovrà essere notificato all’indagata e al difensore a Vilnius prima di procedere al rinvio a giudizio. È un’altra tappa della lunga querelle iniziata oltre un anno fa quando la donna lasciò Arezzo portando con sé la piccola che all’epoca aveva appena tre anni. Il padre aretino, ex portiere di calcio che aveva giocato con le maglie di Siena, Reggiana, Montevarchi e Sangiovannese, aveva prima cercato di far tornare sui suoi passi l’ex partner e poi si era rivolto al tribunale dei minori di Firenze per vedersi riconoscere l’affidamento esclusivo della bimba nata a Vilnius ma sempre vissuta ad Arezzo dove ha frequentato anche l’asilo nido.
Il giudice aveva riconosciuto il diritto del padre all’affidamento di Maria e disposto l’immediato rientro in Italia. Ma da parte della madre, dopo la parvenza di un’iniziale disponibilità a collaborare, è subentrata una tattica ostruzionistica per allungare a dismisura i tempi del procedimento internazionale. Il 20 novembre, nella capitale del paese baltico, è in programma un’udienza di un processo che la madre ha intentato contro l’ufficiale giudiziario lituano per un difetto di notifica del decreto emesso dal tribunale minorile fiorentino. Tanto per dire che ci si attacca a tutto per non ottemperare al provvedimento del giudice che è reso immediatamente esecutivo da un trattato internazionale sottoscritto sia dall’Italia che dalla Lituania.

LOVARI, che stasera alle 18.30 al ristorante «La Curia» presenta il suo libro «Viva Maria!» sulla vicenda, non nasconde un pizzico di amarezza, nonostante l’emissione dell’atto che prelude ad un rinvio a giudizio della Šaltenyte. «In altre Procure, per casi del tutto simili al mio — afferma il padre — si è utilizzato uno strumento efficace recentemente introdotto nell’ordinamento dal pacchetto sicurezza del ministro Maroni. Si tratta dell’articolo 574 bis che prevede l’arresto internazionale in caso di sottrazione di minore con la sospensione della potestà».
In effetti la nuova normativa entrata in vigore a luglio, facendo decadere la patria potestà, accelera le procedure per un mandato di cattura internazionale per sequestro. Procedura che è stata già applicata di recente a Bolzano e Torino. La Procura altoatesina a metà agosto ha fatto scattare le manette ai polsi di una donna nigeriana sposata con un bolzanino che si era portata via le due figlie con sé a Terragona, in Spagna. Lo stesso è avvenuto a un padre torinese di due bambine di 7 e 9 anni che tre anni fa aveva portato le figlie in Perù. Alla fine di ottobre la polizia sudamericana su mandato della Procura piemontese lo ha arrestato vicino a Lima in attesa della richiesta di estradizione.

DUE STORIE molto simili a quella di Lovari: viaggi all’estro, ore passate al telefono con le autorità locali, appelli disperati a ministeri e ambasciate non avevano prodotto risultati. Anche Lovari sperava di poter godere dello stesso trattamento dalla magistratura ma evidentemente la Procura aretina non è stata dello stesso avviso. E pensare che il tribunale dei minori di Firenze gli ha dato pienamente ragione sull’affidamento di Maria e la sentenza è passata in giudicato. La legge non è uguale per tutti?

La Nazione-Federico D'Ascoli.

1 commento:

  1. No Leonardo, la legge non è uguale per tutti ed anche i genitori non sono tutti uguali. Ci sono quelli che come noi credono che i figli non siano dei pacchetti, credono che, comunque siano andate le cose, abbiano bisogno di entrambi i genitori, credono e sperano negli accordi pacifici accettati da entrambi. E così si fanno portare via i figli che diventano pacchetti e oggetti nelle mani dell'altro/a. Che questi bambini soffrano, fa soffrire soltanto noi.
    Marinella

    RispondiElimina