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martedì 10 novembre 2009

E' SUCCESSO OGGI - Consoli e ministri crederanno alla versione che ne daranno i tedeschi, senza alcuna prova? Condividi

Ancora una volta quello che è successo oggi è quanto il CEED aveva anticipato da lungo tempo, perché è quello che succede a tutti i genitori non-tedeschi.
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Gen.li Ministri, Sottosegretari ed Onorevoli,

come è noto i miei figli sono stati deportati in Germania l’8maggio in modo brutale e traumatico.
Persino i compagni di scuola e le maestre hanno avuto bisogno di supporto psicologico per alcuni mesi. (Hanno più volte dato la disponibilità a testimoniare).
Dall’8maggio non ho più visto i miei figli, né ho potuto parlare liberamente con loro.
E’ dunque impossibile credere a quanto la parte tedesca sostiene, che i bambini stiano bene.

Il 22 ottobre ricevo, dopo numerose sollecitazioni, il seguente messaggio di posta elettronica da parte dello Jugendamt:

„Sehr geehrte Frau Dr. Colombo,
[…]
Meine Rücksprache mit der Rechtsanwälting Frau Dr. D. am 21.10.2009 ergab Folgendes:
Frau Dr. D. teilte mit, dass […]
Die Großmutter ms. könne die Kinder jederzeit besuchen kommen.
Frau Dr. D. bat um Übermittlung des Umgangsangebots durch das Kreisjugendamt parallel zur Übermittlung durch den Vater.“

Ossia :
„Egr. D.ssa Colombo
Il colloquio con l'avv. D. (=avvocato del genitore tedesco) ha dato l'esito seguente:
L'avv. D. comunica che […]La nonna materna può venire in ogni momento a trovare i bambini. L'avvocato D. ha chiesto allo Jugendamt di proporre queste ipotesi di incontro parallelamente a quanto farà anche il padre.”

Non potendo comunicare telefonicamente con mio marito, perché non mi comunica il numero di casa e non risponde al cellulare, mia mamma, la nonna materna dei bambini, di anni 76, ha preso questa mattina il treno per recarsi a Monaco. La Sig.ra C., residente in Germania, è andata a prenderla in stazione, dove mia mamma è arrivata verso le ore 14.45 -15.00. Intanto la Sig.ra F., residente anch’essa in Germania, si è recata alla fermata dell’autobus con il quale mio figlio maggiore L., sarebbe tornato dal corso di nuoto alle ore 15.00. La Sig.ra F. ha infatti incontrato il bambino che conosce fin dalla nascita e gli ha detto che stava arrivando la nonna e lo avrebbe aspettato fuori dalla scuola, dove il padre sarebbe andato a prenderlo. L. si è letteralmente illuminato (“L. hat gestrahlt!” – così la sig.ra F.).
Il padre è arrivato alla scuola in macchina ed è entrato nel cortile senza fare caso alle persone a lui ben note che aspettavano fuori. Ha preso L. ed ha poi proseguito verso il doposcuola nel quale si trovava mio figlio minore, N., lasciando la scuola da un’altra uscita, per raggiungere con altra via detto doposcuola.

Con i due bambini si è poi avviato verso la macchina. La sig.ra F. che si era avvicinata con mia mamma, gli ha gridato, ancora prima di raggiungerlo “T., guarda che bella sorpresa!”
Lui ha detto poche parole del tipo “non è per nulla una bella sorpresa” con espressione piena di rabbia. Mia mamma intanto si avvicinava lentamente, un po’ chinata in modo da essere ad altezza di bambino, ma a quel punto il padre ha infilato L. in macchina a forza e dall’altra parte uno sconosciuto con in mano una cassetta degli attrezzi strattonava N. proprio davanti alla nonna che voleva salutarlo e lo infilava in macchina dall’altra parte. Messi in macchina i bambini e chiuse le porte con la sicurezza. il padre si allontanava lasciando la nonna e la Sig.ra F. esterrefatte sul piazzale.

La Sig.ra F. sta scrivendo la sua testimonianza, mentre mia mamma ha dovuto essere portata da un medico a causa dello shock, oltre che del dolore.
Se dovesse succedere qualcosa a mia mamma riterrò responsabili tutti coloro che hanno partecipato attivamente e passivamente alla distruzione della mia famiglia.

Distinti saluti
D.ssa Marinella Colombo

Milano, 29 ottobre 2009

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