La storia della filosofia medievale può essere riassunta nel detto “fides quaerens intellectum“, ovvero la fede richiede l’intelletto. Dunque in questo periodo la filosofia greca diviene “ancella” della teologia. Nel lasso di tempo che va dal 354 d.C., anno della nascita di Agostino, al 1354 d.C., anno della morte di Tommaso, filosofia e teologia sono una cosa sola. Il cosiddetto Medioevo cristiano porta con sé una nuova visione della vita tutta incentrata sulla fede, che è il perno attorno al quale ruotano le filosofie di Agostino e di Tommaso. Agostino nasce a Tagaste e da giovane si avvicina al manicheismo, per venir poi riconvertito al cristianesimo nel 387 d.C. dal Vescovo di Milano, Ambrogio; da questo momento in poi intraprende una prestigiosa carriera ecclesiastica, diventando Vescovo d’Ippona, ma soprattutto un “gigante” del pensiero cristiano. Imprescindibili saranno alcune delle sue opere, fra le quali: Le Confessioni, La città di Dio e La Trinità.
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