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domenica 31 ottobre 2010

Il Papa: “Amore ridotto a merce”

IL monito di Ratzinger ai giovani dell’Azione Cattolica: occorre piùrispetto per se stessi e per gli altri

CITTÀ DEL VATICANO
Risuonano come un forte ammonimento, nell’Italia delle escort e degli scandali sessuali, le parole rivolte oggi da Benedetto XVI ai centomila ragazzi dell’Azione Cattolica giunti in Piazza San Pietro da tutta Italia: «Non adattatevi ad un amore ridotto a merce di scambio», consumato «senza rispetto per sè e per gli altri», «incapace di castità e purezza». Questa «non è libertà». «C’è di più. Diventiamo grandi insieme», rispondeva il Papa ad una delle domande dei centomila ragazzi in festa per l’incontro, posta dalla giovanissima Anna Bulgarelli di Carpi, che gli chiedeva «come possiamo imparare ad amare davvero». «Una grande questione», l’ha definita il Pontefice. Che poi ha avvertito: «Voi non potete e non dovete adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sè e per gli altri, incapace di castità e purezza. Questa non è libertà». Per Ratzinger, «molto “amore” proposto dai media, in internet, non è amore, ma è egoismo, chiusura, vi dà l’illusione di un momento, ma non vi rende felici, non vi fa grandi, vi lega come una catena che soffoca i pensieri e i sentimenti più belli, gli slanci veri del cuore».
Il Pontefice ha anche rilevato che «certo costa anche sacrificio vivere in modo vero l’amore – senza rinunce non si arriva a questa strada – ma sono sicuro che voi non avete paura della fatica di un amore impegnativo e autentico. È l’unico che, in fin dei conti, dà la vera gioia!». Per il Papa, «c’è una prova che vi dice se il vostro amore sta crescendo bene: se non escludete dalla vostra vita gli altri, soprattutto i vostri amici che soffrono e sono soli, le persone in difficoltà, e se aprite il vostro cuore al grande amico che è Gesù». Nel dialogo con i giovani dell’Acr, Ratzinger ha risposto anche al piccolo Francesco Poddo di Nuoro («Diventare grandi significare aprire il cuore alla gioia e all’amore che Gesù vi dona») e all’educatrice Milena Marrocco di Gaeta («Offrite ai ragazzi ragioni e traguardi per il cammino della vita»), ma il suo monito contro l’amore ridotto a «merce di scambio» e contro i modelli sbagliati che la società propone non potevano non colpire i giovani in giorni in cui imperversano le polemiche sul “caso Ruby” e il “bunga bunga”.
«Anch’io nella mia giovinezza – ha detto ancora Benedetto XVI – volevo qualcosa di più di quello che mi presentava la società e la mentalità del tempo. Volevo respirare aria pura, soprattutto desideravo un mondo bello e buono, come lo aveva voluto per tutti il nostro Dio, il Padre di Gesù». Alle parole del Papa hanno fatto da corollario quelle del cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che con riferimento alla «sfida educativa» assunta dai vescovi come priorità per il decennio, ha detto ai ragazzi che «il mondo degli adulti è chiamato in causa seriamente, perchè ha il dovere di esservi di esempio, di dirvi parole vere e alte». E anche quelle dell’assistente generale dell’Azione Cattolica, mons. Domenico Sigalini, secondo cui «questi ragazzi non vogliono mediocrità o adattamenti, ma sogni e voli alti». Tra gli applausi, i canti, le centomila felpe colorate, i tanti striscioni col motto «C’è di più», il Papa quasi non voleva andare più via. «Quando sono in mezzo a tanta gioia ed entusiasmo – così ha salutato e ringraziato i ragazzi -, anch’io sono pieno di gioia, mi sento ringiovanito».
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