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domenica 20 giugno 2010

Disfida di Buratto re delle Indie.



La Giostra del Saracino ("giostra ad burattum") è un antico giuoco cavalleresco che, come esercizio di addestramento militare, affonda le sue radici nel Medioevo e richiama la secolare lotta sostenuta dalla cristianità occidentale per contenere l'avanzata musulmana. Disputato sovente ad Arezzo fra il Cinquecento e la fine del Seicento (quando si organizzarono memorabili giostre barocche), il torneo svolge per tutta l'età moderna importanti funzioni sociali in seno alla comunità urbana. Si giostra infatti sia in occasione della visita di grandi personalità (regnanti, principi), sia per solennizzare particolari ricorrenze civili (carnevale, matrimoni).

La giostra - che dall'inizio del Seicento è una peculiarità aretina - decade nel corso del XVIII secolo fino a scomparire del tutto, almeno nella sua versione più "nobile". Dopo una vivace ripresa popolaresca fra Sette ed Ottocento, una nuova scomparsa dopo il 1810 ed una fugace apparizione nel 1904 sulla scia della rivalutazione del medio evo operata dal movimento romantico, la giostra viene stabilmente ripristinata nel 1931, in forma di rievocazione storica ambientata nel XIV secolo, assumendo rapidamente anche un autentico carattere agonistico.

La manifestazione, che giunge quest'anno alla novantacinquesima edizione dell'epoca contemporanea, si svolge ogni anno ad Arezzo la penultima domenica di giugno (Giostra di San Donato, patrono della città) e la prima di settembre (Giostra di Settembre). Ne sono protagonisti i quattro antichi quartieri della città: Porta Crucifera (colori verde e rosso), Porta del Foro (colori giallo e cremisi), Porta Sant'Andrea (colori bianco e verde) e Porta Santo Spirito (colori giallo e azzurro).La Giostra del Saracino è organizzata dal Comune di Arezzo attraverso un'apposita Istituzione, ma nell'organo di governo (consiglio di amministrazione), presieduto dal Sindaco, sono presenti anche i rettori dei Quartieri. Esiste inoltre una Commissione Consultiva nella quale sono, fra gli altri, rappresentate anche le altre istituzioni cittadine (Provincia, Camera di commercio, Azienda di promozione turistica), oltre alle associazioni folcloriche (Gruppo Musici, Associazione Sbandieratori). La Giostra del Saracino si svolge con il patrocinio del Parlamento Europeo.

La giornata giostresca si apre al mattino con la lettura del bando da parte dell'Araldo e prosegue al pomeriggio con un variopinto corteo storico che allinea per le vie della città 311 figuranti in costume trecentesco e 31 cavalli; momento saliente del corteo è la benedizione degli armati sulle scalinate del Duomo da parte del Vescovo di Arezzo.

Il torneo cavalleresco si svolge nel pomeriggio nella preziosa cornice di Piazza Grande, agli ordini del Maestro di campo.

La giostra si apre con l'ingresso in piazza, al suono di trombe e di tamburi, del corteo storico, recante gli antichi gonfaloni della città.Momenti salienti di questa fase - che si svolge sulla base del "canovaccio" di regia delineato nel 1961 dal regista Fulvio Tului - sono l'ingresso delle massime autorità della Giostra (Magistratura, Giuria, Rettori dei Quartieri), l'esibizione degli Sbandieratori, l'ingresso al galoppo dei giostratori, lo schieramento sulla lizza dei cavalieri di casata, rappresentanti l'antica nobiltà aretina, la lettura da parte dell'Araldo della Disfida di Buratto (una composizione poetica in tre ottave risalente al XVII secolo), il saluto di balestrieri e armigeri al grido di "Arezzo", l'autorizzazione della Magistratura a correr giostra, l'esecuzione dell'Inno del Saracino - opera del compositore Giuseppe Pietri (1886-1946) - da parte del Gruppo Musici.

Inizia poi la gara vera e propria: i giostratori delle quattro "porte" - veri protagonisti della manifestazione - si gettano al galoppo, lancia in resta, contro il Saracino, un automa corazzato, che rappresenta un saraceno armato di mazzafrusto ("Buratto, Re delle Indie"), secondo l'ordine delle carriere stabilito per sorteggio la domenica antecedente la giostra nel corso di una cerimonia in costume in Piazza del Comune.

Numerosi gli imprevisti determinati dall'abilità, dal coraggio e dalla fortuna degli otto giostratori che si avvicendano sulla pista di terra battuta e in leggera salita ("lizza"), che taglia diagonalmente Piazza Grande. Vince la competizione la coppia di cavalieri che, nel colpire lo scudo del Saracino (che presenta punteggi variabili fra uno e cinque), consegue il risultato più elevato; al loro Quartiere va in premio l'ambita lancia d'oro. In caso di parità fra due o più Quartieri dopo le carriere ordinarie (due serie, una per ciascun giostratore), per aggiudicare il trofeo si ricorre ad una o più carriere di spareggio. Al termine vengono sparati colpi di mortaio in onore del Quartiere vincitore.

Le regole del torneo, contenute in un "regolamento tecnico" che ripropone, quasi inalterati, i Capitoli per la Giostra di Buratto risalenti al 1677, sono di facile comprensione, ma al tempo stesso tali da garantire una prolungata suspence. L'esito dello scontro fra i cavalieri cristiani e l'infedele resta incerto fino all'ultimo momento, a causa dei frequenti colpi di scena, che vanno dalla squalifica del giostratore (in caso di uscita dalla lizza) al raddoppio del punteggio (in caso di rottura della lancia nel violento impatto con il Saracino).

Nel 1989 e nel 1995 per volontà del Consiglio Comunale di Arezzo si è proceduto ad una generale revisione dei regolamenti (statuti) che disciplinano lo svolgimento della manifestazione, le competenze dei suoi protagonisti (Istituzione Giostra, Magistratura, Maestro di Campo, Giuria, Quartieri, Gruppo Musici) e la vita associativa delle quattro "porte" cittadine. Preliminarmente era stata compiuta un’approfondita ricerca volta ad individuare gli anacronismi storici presenti nella rievocazione.

A partire dal 1992 la Giostra si svolge con costumi disegnati dalla sezione "Moda e costume teatrale" dell'Istituto statale d'arte di Arezzo e realizzati dalla sartoria specializzata Costumi d'arte di Roma; sostituiscono quelli firmati nel 1956 da Novarese. L'operazione, costata oltre un miliardo, è stata voluta e finanziata dal Comune di Arezzo che ha potuto contare sul generoso contributo della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e su una sottoscrizione popolare che ha visto a lungo mobilitati i Quartieri e gli altri enti presenti nel comitato organizzatore.


Corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra”. - Dante Alighieri - Divina Commedia - canto XXII - Inferno


Fonte:http://www.cittadiarezzo.com/ita/arte/index.htm





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