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martedì 3 novembre 2009

Dal dolore della malattia una grande luce di speranza


Dal dolore della malattia una grande luce di speranza

Marco, nel suo libro .Un grido senza voce' scritto con un solo dito ed un computer, scandaglia la propria vita con serenità, senza illusioni ma anche senza rassegnazione

Un disegno di Marco Herbst

Un parallelepipedo di tre metri quadrati per tre, altrettanti in altezza. In questa scatola non era riposto qualcosa, ma viveva un essere, una creatura vitale e pensante. Questa scatola, quasi un contenitore di emozioni e di pensieri, era il mio mondo: l'orizzonte fisico di un giovane all'età di ventiquattro anni... Inizia con queste parole .Un grido senza voce di Marco Herbst, un libro testimonianza, da leggere e meditare come qualcosa di prezioso. Nell'oppressione della malattia, la luce della speranza, la voce di un giovane che ci racconta in piena serenità e pacatezza la sua dura esperienza di vita. Marco Herbst, attraverso rapidi scorci autobiografici e una prosa da abile narratore, ci pone di fronte al miracolo dell'esistenza umana, all'esplorazione di un universo sconosciuto ai più. È lo scandaglio di una vita, vissuta in una dimensione dolorosa, provata dalla malattia eppure mai abbattuta. La vita di Marco si colloca in una vicenda umana che ha del miracoloso. L'uso di un solo dito, un computer e la sua grande intelligenza hanno contribuito alla stesura di questo piccolo capolavoro etico-filosofico-religioso. Un grido senza voce, rappresenta una profonda testimonianza che colpisce il lettore per la tenacia con cui si vuole comunicare al mondo speranza, per la pazienza nella sofferenza e per la ricerca del bene. Marco si pone in maniera realistica di fronte alla sofferenza con un atteggiamento di piena fiducia ma riesce ad affrontarla con dignità senza fughe illusorie o accettazioni rassegnate. Marco Herbst, nato a Roma nel `69, attualmente abita a Firenze con i suoi familiari. Ha frequentato le elementari, le medie e le superiori, e oggi, malgrado la malattia che l'ha colpito all'età di soli cinque anni, costringendolo all'immobilità, non si arrende, anzi con una forza interiore incredibile, intende completare gli studi, frequentando l'università. All'età di 20 anni, quando già la malattia aveva fatto il suo corso, Marco riusciva anche a dipingere (la foto, copertina del volume, è la riproduzione di un suo quadro).

Benedetta Bernocchi


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