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mercoledì 22 settembre 2010

Separazione, “I Cesaroni la fanno facile. Ma nella realtà…”










“Il divorzio in tv è raccontato esasperando il conflitto, stile guerra dei Roses, oppure edulcorandolo, come fanno I Cesaroni. Ma nella realtà c’è molta sofferenza sommersa”. Così Fabio Barzagli, padre separato e figlio a sua volta di genitori separati, interviene su Affaritaliani.it per riportare i figli al centro del dibattito sull’affido condiviso, sollevato nei giorni scorsi da padri famosi come Matteo Sereni e Tiberio Timperi. “I figli pagano le conseguenze più dolorose della separazione, ma se ne accorgeranno solo quando saranno grandi”

“E’ giusto difendere i diritti dei padri separati e pensare a tutele normative più efficaci, ma non dimentichiamo i diritti dei figli. In queste guerre tra genitori sono loro a soffrire più di tutti, adesso e quando cresceranno, perché certi dolori si razionalizzano solo quando si è adulti”. Fabio Barzagli, responsabile dei portali www.infanzia-adolescenza.info e www.paternita.info, ha vissuto l’esperienza della separazione sia da figlio che da marito e padre. Dopo il dibattito sull’affido sollevato nei giorni scorsi da famosi papà separati come il calciatore Matteo Sereni e il presentatore tv Tiberio Timperi, interviene su Affaritaliani.it per riportare i figli al centro dell’attenzione. Perché sono loro che pagano le conseguenze più pesanti della separazione dei genitori, ma troppo spesso passano in secondo piano, dimenticati tra rivendicazioni economiche e conteggi delle ore trascorse a casa di un genitore piuttosto che dell’altro. “Ben venga l’iniziativa legislativa, per la quale mi batto in prima persona, ma c’è anche un’azione morale e culturale da portare avanti“. Da anni Barzagli si impegna sul fronte della difesa dei diritti della famiglia. Collabora con Marino Maglietta, presidente dell’associazione Crescere Insieme ed estensore della legge 54 del 2006, e si occupa in particolare della rappresentanza sul territorio in tutta Italia e della vicinanza alle persone che affrontano il dramma d

Lui, avendola vissuta in prima persona, sa bene cosa si prova, soprattutto quando si è figlio. “I miei genitori si sono separati che ero già grande – racconta -. Avevo 18 anni, anche se le prime discussioni sono iniziate quando ne avevo 12. Solo a trent’anni, però, mi sono reso conto di quanta sofferenza mi portassi addosso e delle conseguenze che questa aveva avuto nella mia vita, dalla scuola al lavoro, dalla salute al rapporto con gli altri. La separazione, comunque avvenga, ti lascia dentro un vuoto improvviso. Dal giorno in cui iniziano le guerre tra i genitori, capisci che non potrai mai più contare su di loro”.

Ogni anno in Italia 450.000 persone vivono l’esperienza della separazione. Di queste, centomila sono figli e, tra questi, ci sono trentamila bambini che vedono dissolversi del tutto o quasi il rapporto con uno dei genitori. Per gli altri, i rapporti continueranno comunque in modo sbilanciato: in media l’80% del tempo viene trascorso con un genitore, di fatto il “collocatario”, che di solito è la madre, e del 20% con l’altro. In pratica, solo 6/8 pernottamenti su trenta si fanno nella casa paterna. E un figlio di separati ha il 77% in più di possibilità di avere attacchi di panico.

Attraverso brochure, trasmissioni televisive, corsi e iniziative di sensibilizzazione, Barzagli cerca di accompagnare le famiglie verso una “separazione mite”, anzi, prima ancora verso una “valutazione mite” delle controversie, ovvero un tentativo di riconciliazione. Sono i bambini che hanno più bisogno di essere seguiti, perché capiscano quello che sta succedendo ai genitori e acquistino la consapevolezza necessaria ad accettare la situazione.

Lui, avendola vissuta in prima persona, sa bene cosa si prova, soprattutto quando si è figlio. “I miei genitori si sono separati che ero già grande – racconta -. Avevo 18 anni, anche se le prime discussioni sono iniziate quando ne avevo 12. Solo a trent’anni, però, mi sono reso conto di quanta sofferenza mi portassi addosso e delle conseguenze che questa aveva avuto nella mia vita, dalla scuola al lavoro, dalla salute al rapporto con gli altri. La separazione, comunque avvenga, ti lascia dentro un vuoto improvviso. Dal giorno in cui iniziano le guerre tra i genitori, capisci che non potrai mai più contare su di loro”.

Ogni anno in Italia 450.000 persone vivono l’esperienza della separazione. Di queste, centomila sono figli e, tra questi, ci sono trentamila bambini che vedono dissolversi del tutto o quasi il rapporto con uno dei genitori. Per gli altri, i rapporti continueranno comunque in modo sbilanciato: in media l’80% del tempo viene trascorso con un genitore, di fatto il “collocatario”, che di solito è la madre, e del 20% con l’altro. In pratica, solo 6/8 pernottamenti su trenta si fanno nella casa paterna. E un figlio di separati ha il 77% in più di possibilità di avere attacchi di panico.

Attraverso brochure, trasmissioni televisive, corsi e iniziative di sensibilizzazione, Barzagli cerca di accompagnare le famiglie verso una “separazione mite”, anzi, prima ancora verso una “valutazione mite” delle controversie, ovvero un tentativo di riconciliazione. Sono i bambini che hanno più bisogno di essere seguiti, perché capiscano quello che sta succedendo ai genitori e acquistino la consapevolezza necessaria ad accettare la situazione.

In questo, i mass media di sicuro non sono d’aiuto: “La televisione trasmette messaggi contrastanti e poco veritieri. La separazione viene raccontata esasperando il conflitto, stile guerra dei Roses, oppure edulcorandolo, come fanno fiction tv tipo I Cesaroni, che rendono tutto facile e allegro. Ma entrambi i casi sono ben lontani dalla verità. Nella realtà c’è molta sofferenza sommersa”.

Maria Carla Rota – Affari Italiani

http://www.affaritaliani.it/cronache/fabio_barzagli200910.html


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