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mercoledì 10 febbraio 2010

Class Action vs Ministero Giustizia. ´Storie italiane dal falso condiviso´ – Parte I


Non solo adesioni, ma anche tantissime storie, allegate alle centinaia di preadesioni alla Class Action che vedrà come ”imputato” il Ministero della Giustizia. Un mondo senza luce, che chiede di essere documentato. Uomini e donne, mamme e papà, prostrati da un sistema iniquo che, quando attacca, ferisce su entrambi i fronti e, sorprendentemente, senza distinzioni di genere. Queste sono le voci di chi oggi, nel 2010, viene ancora tradito dai giudici che non applicano la legge, a ben 4 anni dalla sua entrata in vigore. In questa prima parte ci occuperemo dei padri, e anziché descrivere noi il loro mondo fatto di genitorialità negata, non troviamo di meglio che raccontare tutto con le loro stesse, autentiche parole.


Davide scrive da Palermo. “All’udienza presidenziale il giudice mi ha dedicato 6 minuti e trenta secondi netti (li ha contati mia sorella). Ma la vera sorpresa è arrivata quando mi hanno notificato il provvedimento, che dice che devo stare con mio figlio un pomeriggio a settimana e le feste comandate. Non scrivono niente del week end alternato. Il Presidente se l’è dimenticato ! Ho subito chiesto una rettifica, ma dopo due mesi sto ancora aspettando.....


Stefano è romano: “il provvedimento del tribunale dei minori di Roma che regola le mie giornate di visita con mia figlia scrive precisamente una volta a settimana (4 ore dalle 16 alle 20) e un sabato - domenica a settimane alterne (dalle 10 del sabato alle 19 della domenica). La cosa assurda è che sono stati addirittura restrittivi di quello che mi dava attualmente la madre, 2 volte a settimana di 3 ore e mezza ed un sabato dalle 10.30 alle 19.30 a settimane alterne. Addirittura riuscivo anche a prenderla e riaccompagnarla all’uscita dell’asilo. Il bello deve avvenire con il mantenimento ritenuto “congruo” pari a euro 750,00!!! E sono un lavoratore dipendente che ARRIVA APPENA A 1500 EURO MENSILI ! Naturalmente la madre ha un reddito poco inferiore al mio ed una casa di proprietà, e il tutto è stato ampliamente documentato al Giudice!!! Mi sento preso in giro, perchè il giudice non la finiva di lodarmi perché sono un padre idoneo, e a parole reclamava il più ampio diritto di visita per il padre, e ancora affermava che la bimba deve mantenere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori, e poi mi scrive questo provvedimento !!!


Raffaele da Cosenza: “ho speso oltre ventimila euro in una separazione durata dal 15.12.2005 al giugno 2009, e dall´anno 2006 che si richiede l’affido condiviso. Dopo essere stato accusato ingiustamente di essere violento e pericoloso per mia figlia, mi hanno allontanato dal tetto coniugale. Oggi ho un condiviso che dà il diritto alla bambina di avere ‘normali rapporti’ con il papà che vede quattro ore di un giorno infrasettimanale e otto la domenica. Di fatto distrugge il rapporto figlia-padre. Secondo loro è normale così” .


Fabrizio ci contatta da Riva del Garda: “.......prima di questa ‘giudiziale’, per un anno e mezzo vedevo mio figlio a pari tempo.........è una vergogna. Mi hanno detto chiaramente che ‘la prassi del nostro tribunale prevede che il bambino veda il padre 2 week end al mese", e se lei non si mette d’accordo con la signora intanto affido il bambino ai servizi sociali”.


C’è poi chi si è adoperato, nonostante la separazione, per stare vicino ai figli quanto più possibile. Ma ciò ha scatenato degli effetti da commedia tragi-comica. Così, Roberto da Milano ci racconta: “abito in un appartamento situato nello stesso palazzo dell´appartamento coniugale che è stato assegnato alla signora. Da tre anni, sono costretto a versare un assegno di mantenimento a favore della Signora, che figura essere il genitore prevalente, a mantenermi le mie 2 figlie che stanno con me al 50%, pagare metà del mutuo della casa coniugale. Ma che senso ha il ‘genitore prevalente’, quando si abita nello stesso palazzo ?”


Clementina da Roma, invece, è solidale con i padri: “Sono una mamma di tre figli ma sono vicina a chi rivendica il proprio ruolo genitoriale sottratto da una giustizia miope e retrograda”. Ben detto, grazie Clementina.


Valter da Verona ci ha colpiti con la sua ironia: “Sono un padre separato con due figli collocati presso la madre. Nonostante l´affido condiviso in essere, subisco vessazioni ad opera dell´ex moglie. Reagire con denunce e procedimenti giudiziari? Una commedia di Goldoni fa ridere meno...!! Un giudice, dopo avergli esposto che per mesi non ho visto i figli nei pomeriggi infrasettimanali previsti dall´omologa di separazione (a causa dell’ostruzionismo), mi ha candidamente risposto: -"E noi che ci possiamo fare?"


Ivan da Bergamo incarna l’incubo di tutti i padri separati, allorquando si vedono sostituiti in casa propria: “Separato con affido condiviso della minore. Casa (proprietà al 50%) assegnata alla madre, che da oltre 4 anni convive con un altro uomo, con regolare lavoro, dal quale ha avuto una figlia. Io devo continuare a versare l´assegno di mantenimento, e soprattutto sono costretto a pagarmi l´affitto”. Oppure la storia di Matteo da Campi: “ho una figlia e da quando è nata, 02/08/2004, il tribunale dei minorenni ha stabilito l´affidamento condiviso. Ma è dal 2008 che il tribunale, con la sua lentezza ha delegato l´immenso potere di farmi svolgere il mio ruolo di genitore all´asl. Da settembre 2009, dopo tutto l´anno passato a consigliarmi, per esempio a non andare alla scuola dove mia figlia va, oltre a degli inconcludenti appuntamenti, la madre da un anno e mezzo che si è rifatta una vita e il nuovo compagno ha sostituito in toto la mia figura, dato che è da natale 2008 che lo chiama babbo. Ditemi se è possibile che un genitore venga sostituito nell´affetto di un figlio da un estraneo”.


Le lettere si fanno incalzanti, e sale il livello del dolore di chi non sopporta la malagiustizia. Sergio da Milano si era risposato: “Sono mesi che non posso vedere mio figlio di 1 anno, non ho mai ricevuto alcuna notifica nè ordinanze da nessuno. Sono imprenditore edile, ho 60 anni e altri due figli maggiorenni educati e cresciuti dal sottoscritto…”.


Poi è il turno delle nuove compagne dei papà separati. Sono presenze preziose, destinate al sacrificio e a contenere, minuto per minuto, la rabbia dei loro compagni. Come Milena, che scrive da Torino. “Da tre anni a questa parte sostengo il mio compagno nella lotta per ottenere dai Tribunali un effettivo riconoscimento della Bigenitorialità, che la pratica del genitore ‘collocatario prevalente’ di fatto svilisce attribuendo a tale genitore enormi poteri non solo sulla gestione dei tempi di vita dei figli ma anche sulla corretta impostazione dei rapporti con il genitore ‘non collocatario’. Le due residenze, e quindi ovviamente i due genitori, dovrebbero essere anche formalmente riconosciute di pari rilevanza, ma nella realtà dei fatti non è così…..


Con Salvatore da Cesano, si comincia a parlare delle violazioni ai provvedimenti del giudice. “Sono un padre che nonostante abbia ottenuto l´affido condiviso già in prima udienza, sono 120 gg che non vedo mia figlia, sono 120 gg che sua madre sta violando il provvedimento del giudice. Dovrei vedere mia figlia tutti i giorni, e nessuno interviene……”. E poi Raffaele da Gragnano, che ci racconta come “dovrei vedere mia figlia 2 volte alla settimana ma oggi sono 1 anno e mezzo che non vedo mia figlia x semplice rivalsa di mia moglie e nessuno fa niente, tutto procede con il massimo disinteressamento da parte di giudici, assistenti sociali, tribunale minorile ecc.....”.


Luca da Macerata ha confidato nelle Istituzioni, e se la prende con i servizi sociali: “non ho potuto vedere i miei figli per quasi un anno , e solo dopo aver scritto a tutti, e dico tutti poichè ho scritto dal Presidente della repubblica Italiana al parlamento Europeo fino allo scopino sotto casa, e naturalmente al Tribunale Minori di Ancona e Tribunale di Ancona che cura la separazione. Dopo aver scritto sono io sotto processo ora ! Poichè i servizi sociali della usl , dopo le mie richieste procedono con incontri protetti per 1 ora a settimana. Ma all´Università dove hanno studiato questi pseudo dottori, gli hanno mai spiegato la differenza tra un pacco ed un bambino? hanno queste persone una famiglia, figli, per poter dare un giudizio ?


Mauro abita a Palermo e suo figlio in Svizzera. E’ costretto a spendere una fortuna per vederlo. Ci racconta che “Mio figlio abita in Svizzera e io in Italia e, pur essendo io disponibile a tenerlo con me 15 giorni al mese grazie al fatto (documentato) che il mio lavoro me lo permette, il giudice ha disposto il "finto" affidamento congiunto. Dico "finto" perche’ nella fattispecie e´ un affidamento esclusivo "camuffato" da congiunto. Il giudice ordina un diritto di visita per il sottoscritto di ben due week-end al mese... alla faccia del congiunto !!! Non contento di ciò, ha anche stabilito che, malgrado le mie ingenti spese sostenute per esercitare il diritto di visita (io abito a Palermo e mio figlio a Ginevra……), e malgrado il fatto che lo stipendio di mia moglie sia quasi TRE volte maggiore del mio, io debba dare a mia moglie un assegno di 200 Euro !


La storia di Marcello, da Sassuolo, sembra una barzelletta ma almeno viene ammessa la colpa. In sede di appello, la risposta ricevuta è stata “Lei ha ragione, dovrebbe essere applicato l´affido condiviso, ma all´atto pratico, non si è ancora affermato l´utilizzo da parte dei magistrati…….”.


Quanto raccontato da Giovanni, da Vicenza, meriterebbe un esposto al CSM per la gravissima imperizia dimostrata. Il tribunale ordinario di Vicenza gli ha applicato il classico "falso" affido condiviso, autorizzando tra l´altro la ex moglie a trasferire la residenza dove riteneva più idoneo. “…..E così ha fatto. Ha portato via lontano da me, in Sicilia, quindi a 1400 Km di distanza, mio figlio dalla casa coniugale di proprietà a Vicenza. Potrò vedere mio figlio, naturalmente tenendo conto degli impegni di lavoro con notevoli difficoltà economiche che comporteranno tali spostamenti, il martedi e il giovedi dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19, a fine settimana alternati il sabato dalle 16 alle 19 e la domenica dalle 10 alle18, con pernottamento a partire dal compimento dei due anni di età. A parte il dolore della separazione e della conseguente straziante perdita affettiva di mio figlio di appena 16 mesi, mi chiedo: come potrò essere in grado di seguire, educare, e stare con mio figlio, dargli l´affetto e la presenza che ogni bambino merita da un padre, come peraltro prevede la legge dell´affido condiviso in questi casi ?? se di fatto mi è stato portato VIA questa volta in maniera legale dal tribunale, e anche dalla corte d´appello. Chi dovrà tutelare il diritto di mio figlio alla Bigenitorialità, quindi ad avere due genitori. Grazie per quello che farete per migliorare la legge attuale, ma mi rendo conto che basterebbe attuare la legge esistente, per il bene dei nostri figli, e per le generazioni che verranno”.


Infine, la vicenda di Dario, che vive a Roma, è l’emblema dell’arroganza: “Il Tribunale di Roma mi ha negato l´affidamento condiviso senza motivazione, subito dopo che la legge era stata approvata, affermando che non c´erano stati cambiamenti significativi tali da giustificare una revisione della sentenza emessa prima dell´approvazione della legge. La legge in sé, a quanto pare, non era motivo sufficiente………”.





Fonte: Redazione - AC

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